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Gli ETF Sono una Truffa?

etf Dec 22, 2021
Gli ETF Sono una Truffa?

Oggi si parla tantissimo di ETF: per alcuni sono l’unico modo possibile di investire, per altri sono uno strumento del diavolo che sta destabilizzando i mercati finanziari e creando l’ennesima bolla.

Una cosa è sicura: gli ETF hanno cambiato per sempre il modo di investire. In ogni grande rivoluzione c’è sempre chi si oppone al cambiamento.

Ma la cosa che lasca perplessi è che una delle critiche più forti agli ETF non viene dalle grandi banche o dai vecchi gestori di fondi, ma da colui che per primo inventò il primo fondo indicizzato.

Jack Bogle, il fondatore di Vanguard, che per tantissimi anni si è battuto per la diffusione dei fondi passivi, è sempre stato molto critico degli ETF. Arriva addirittura a chiamarli traditori della causa.

Cosa c’è dietro la critica agli ETF e perché anche il padre della rivoluziona passiva, il Santo Jack, è contrario agli ETF?

 

La nascita degli ETF

Nel 1975, Jack Bogle lancia il primo fondo indicizzato della storia. Un fondo che replicava l’indice S&P 500 investendo in tutte le aziende appartenenti all’indice e pesandole sulla base della capitalizzazione di mercato.

Dopo dieci anni faticosi, negli anni ’80 il fondo indicizzato comincia a prendere piede e nei primi anni ’90 è chiaro a tanti finanzieri che quella è la direzione che prenderà il mercato.

Uno di questi è Nathan Most, un dirigente dell’American Stock Exchange (Amex). Nathan Most un bel giorno si presenta da Jack Bogle e gli propone di lanciare il primo ETF sulla base del fondo indicizzato S&P500 di Vanguard.

Bogle rifiuta, e Nathan Most lancia il primo ETF assieme a State Street, appunto, il famoso S&P 500 ETF, nel 1993.

 

Fondo indicizzato vs ETF

La domanda è: ma cosa cambia tra un fondo indicizzato e un ETF?

E questo è il punto. Se hai letto il mio articolo Che cosa sono gli ETF, sai che gli ETF sono fondi scambiati in borsa, esattamente come le azioni.

Il fondo indicizzato invece è un normalissimo fondo non quotato. Vai in banca e compri quote del fondo privatamente, cioè senza andare in borsa.

Siccome è un fondo aperto, non c’è nessuna trattativa privata ma in realtà sei sempre sicuro che il prezzo che paghi per la tua quota nel fondo è esattamente pari al valore degli asset del fondo, il cosiddetto NAV, “net asset value”.

Come tutte le transazioni private però, questo procedimento richiede un po’ tempo. Non so se hai mai comprato o venduto quote di fondi in questo modo, ma ci possono volere anche dei giorni per eseguire l’operazione.

Perché? Perché in un fondo aperto il gestore deve creare delle quote da zero solo per te e contemporaneamente deve investire i tuoi soldi in nuovi asset del fondo. Questo procedimento richiede un po’ di tempo, e ha un costo. Sono le famose commissioni di ingresso e di uscita che si vedono nei prospetti informativi dei fondi non quotati.

Nell’ETF tutto questo non c’è. L’ETF è un fondo sì aperto, ma grazie alla sua forma ibrida tu non investi mai in quote di un ETF create da zero, le compri direttamente in borsa da un investitore che le sta vendendo.

Cosa cambia? Due cose: 1) la velocità e 2) i costi.

Con un fondo indicizzato non è possibile fare trading. Non puoi aspettare due giorni ogni volta che vuoi comprare o vendere un fondo, un trader deve eseguire l’ordine in un secondo.

L’ETF consente proprio di fare trading. Ecco che grazie agli ETF è possibile fare trading non più solo su un’azione, ma sull’intero mercato, o su un settore, o su un gruppo di azioni.

Ecco perché Bogle era così critico degli ETF: perché gli ETF incentivano il trading, trasformano un investimento a lunghissimo termine come il fondo indicizzato in una speculazione di breve termine.

Chi ci guadagna dal trading? Prima ho scritto che Nathan Most, l’inventore del primo ETF, era un dirigente dell’Amex. L’Amex è una borsa, che vive di commissioni. Ecco appunto.

È vero che con gli ETF non hai i costi di ingresso nel fondo, ma è anche vero che hai i costi di transazione. Una parte di questi costi va al tuo broker, ma una parte va anche a chi esegue l’ordine, tra cui la borsa.

Cosa sono meglio, i costi di transazione o i costi di ingresso nel fondo? Se i costi di transazione, cioè le commissioni che il vostro broker ti addebita, sono basse, sono sicuramente meglio dei costi di ingresso e uscita, che ammontano anche a qualche punto percentuale.

C’è da dire che quando il primo ETF venne creato, Vanguard aveva già azzerato da tempo le commissioni di ingresso e uscita, per cui per Jack Bogle gli ETF anche da questo punto di vista rappresentano un peggioramento.

 

I vantaggi degli ETF rispetto ai fondi indicizzati

Quindi, ha ragione Bogle a dire che gli ETF sono dei traditori, che hanno snaturato la natura dell’investimento passivo e che comportano solo maggiori costi per gli investitori, o c’è qualcosa di buono in questo strumento?

Ti lascio con due motivi per cui secondo me gli ETF sono superiori rispetto ai fondi indicizzati, ma con una grande raccomandazione.

 

Numero 1: gli ETF sono molto più comodi dei fondi indicizzati.

Vedi, le banche non hanno interesse a tenere i fondi indicizzati, e quindi in realtà non puoi comprarli in banca. In Italia non esistono, per la cronaca, ma anche volendo, quello che succede è che devi aprire un conto per ogni gestore di cui vuoi comprare un fondo.

Con gli ETF è tutto molto più comodo e più sicuro. Ti scegli il miglior broker e ti fai un portafoglio con i migliori ETF dei migliori gestori.

 

Numero 2: le tasse.

Eh sì, sai che sono molto sensibile ai temi fiscali, però devi considerare che in finanza le tasse sono il secondo costo più importante dopo le commissioni e quindi vanno considerate seriamente.

Un fondo non quotato è un fondo aperto. Fiscalmente parlando, ogni volta che un investitore vuole uscire dal fondo, il fondo aperto non quotato deve smobilizzare fisicamente gli investimenti, andando a realizzare dei capital gain su cui ci sono le tasse. Queste tasse pesano su tutto il fondo, quindi su tutti gli investitori.

Nel caso di un ETF questo non si verifica. Quando un investitore vuole uscire dal fondo, molto semplicemente lo vende in borsa, non c’è nessuno smobilizzo di asset da parte dell’ETF, a meno che non intervengano i partecipanti autorizzati, ma per un ETF molto liquido non succede spesso.

Quello che succede è che l’investitore che vende si paga le sue tasse sul capital gain, ma il fondo non realizza un bel niente, e risparmia in tasse.

Quindi gli ETF hanno effettivamente dei vantaggi sui fondi indicizzati tradizionali, però, come ti dicevo, con una grande raccomandazione: non fare trading con gli ETF.

Non diamogliela vinta alle banche, alle borse, e a tutti quelli che mangiano dai nostri soldi. Investiamo in ETF, godiamo dei vantaggi che ci danno, e teniamoli per sempre. Trattiamoli esattamente come dei fondi indicizzati tradizionali.

Così facendo investire in ETF o in fondi indicizzati non ha nessuna differenza, anzi, come ho detto, qualche vantaggio per gli ETF ce l’ha.

Se ti interessa approfondire come costruire un portafoglio con gli ETF in piena autonomia, visita la pagina del mio videocorso Accumulare Capitale, il videocorso dedicato a chi vuole investire per accumulare un capitale nel lungo termine.

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