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Le 4 Regole Auree di Quando si Comincia a Investire

asset allocation etf pianificazione Dec 21, 2021
Le 4 Regole Auree di Quando si Comincia a Investire

Quando si comincia a investire, si viene assaliti da un mare di informazioni. Si scopre un mondo di cui neanche si sapeva l’esistenza, e paradossalmente, si passa da un estremo all’altro.

Prima vedevi gli investimenti come un qualcosa di riservato a quei “tizi con la cravatta” che popolano la Borsa di Milano, adesso invece ti sembra che sia tutto così facile: basta investire in ETF, usare il value investing come Warren Buffett, puntare sull’oro o sulle criptovalute, e il gioco è fatto.

È davvero così? Come mai in tanti si fanno male quando investono?

Vedi, quando si entra nel mondo della finanza sembra un po’ di vedere le olimpiadi in TV: sembrano movimenti così facili, poi però quando proviamo a farli noi, non funzionano allo stesso modo.

Oggi vediamo 4 regole base, le chiamo addirittura “regole auree”, di quando si comincia a investire.

 

Regola numero 1: investi per il lungo termine

Sembra scontato ma non lo è.

È bello vedere i grafici di quanto sono cresciuti gli investimenti negli scorsi anni: pensa, il mercato azionario USA è cresciuto di 24 volte solo negli ultimi trent’anni.

Fonte: Portfolio Visualizer

Ed è altrettanto piacevole prospettarsi una crescita simile per i nostri investimenti in futuro.

Va benissimo, ma bisogna arrivarci.

Nel frattempo, potrebbero esserci crisi finanziarie, economiche, politiche, può tornare l’inflazione, ci sono tantissime cose che di tanto in tanto possono far perdere di valore i tuoi investimenti.

Per cui, le cose importanti per non perdere la rotta in questi casi sono:

  • Non usare la leva finanziaria: la leva ti può costringere a vendere quando meno lo vorresti;
  • Non investire soldi che servono: un conto è investire, un conto è parcheggiare i soldi. Se investi, devi dimenticarti di avere quei soldi, fai finta di aver comprato una casa.

Se ti servono i soldi, li parcheggi in un conto di deposito o in qualcosa a breve termine, ma mai mischiare le due cose;

  • Non farti prendere dalla paura di restare indietro: il mercato sale di continuo? Oppure, sta crollando tutto? Non importa, avrai modo di rifarti: resta fedele al tuo piano di investimento e non azzardare mosse sulla base di quello che pensano gli altri.

 

Regola numero 2: resta diversificato

Quando si comincia a investire spesso ci si innamora di qualche azienda. Lo so, è successo anche a me.

Torniamo ragazzini e ci piace tantissimo l’idea di possedere un pezzettino di Amazon, o Apple, o Microsoft.

Allora, non c’è niente di male nel fare un piccolo investimento in un’azienda in cui credi, che ti piace, a cui ti senti vicino non solo come business ma anche come valori.

Ma il tuo futuro finanziario non può dipendere da un’infatuazione giovanile. Per quanto un’azienda sia forte oggi, sappiamo che possono succedere mille cose decenni in avanti.

Exxon era l’azienda più capitalizzata del mondo solo nel 2010, oggi non entra neanche nel Dow Jones.

Questo vale per tantissimi settori, come le banche, le case automobilistiche, o anche i beni di largo consumo come la Coca Cola. E anche per i paesi: ti ricordi cos’era il Giappone trent’anni fa?

Quindi la cosa migliore è restare diversificati in modo da minimizzare ogni rischio specifico.

 

Regola numero 3: stai attento ai costi

Uno dei principi dell’indicizzazione è che noi investitori riceviamo i ritorni del mercato meno i costi, che sono:

  • Le commissioni
  • Le tasse

Sulle tasse possiamo fare molto più di quanto potresti pensare: ad esempio, possiamo dilazionarle restando investiti senza comprare e vendere in continuazione realizzando un sacco di capital gain e quindi tasse.

Possiamo anche stare attenti alle imposte sui dividendi, per esempio possiamo investire tramite un fondo invece che in titoli singoli, su cui in genere le tasse sono pesanti.

Ma la vera attenzione va alle commissioni.

Commissioni su acquisto e vendita ad esempio, quindi ecco un altro buon motivo per restare investiti e non spostare qua e là in continuazione.

E soprattutto le commissioni di gestione, tutte quelle commissioni che ti vengono addebitate ogni anno, e che per inevitabilmente riducono i tuoi ritorni.

Di quanto?

Pensa che una commissione anche solo dell’1% all’anno riduce i ritorni del 18% dopo 20 anni e del 26% dopo 30 anni.

Per dare dei numeri concreti: se investi 10.000 euro oggi, facciamo che i ritorni siano del 7% all’anno in media, dopo vent’anni avresti quasi 40.000 euro, quindi non male.

Ma pagando anche solo l’1% di commissioni in tutto, avresti solo 32.000 euro, dove 8.000 euro se ne sono andati in commissioni.

Se li tieni per 30 anni è ancora peggio: senza commissioni avresti 76.000 euro, quindi quasi 8 volte il tuo capitale iniziale, solo con un 7% di rendimento.

Però, ancora una volta, se paghi l’1% di commissioni ogni anno ti ritrovi solo con 56.000 euro. Che non fa schifo, però hai lasciato giù 20.000 euro di soldi tuoi in commissioni, più di un quarto del tuo capitale.

Quindi massima attenzione ai costi: le performance vanno e vengono, ma le commissioni ci sono sempre.

 

Regola numero 4: non mettere la testa sotto la sabbia

Peter Lynch, un finanziere americano di grande successo, diceva che nulla lo sconvolgeva perché sapeva sempre perfettamente in cosa investiva.

Effettivamente, se compri un’azione qualcosa di approfondito su quell’azienda dovresti saperla.

Questo vuol dire che dovresti andare a leggere i bilanci di ogni azienda all’interno di un indice?

Certo che no, non ha senso, però un’idea di dove e come stai investendo dovresti avercela.

Ad esempio, sei consapevole di stare investendo in America, in Europa, in Cina, in Argentina, nell’intero mercato o in un settore specifico? In che valuta stai investendo? Chi è il gestore che gestisce il tuo fondo?

Ecco, di queste cose sarebbe meglio avere un’idea, in modo da essere il più convinti possibile anche quando ci sono momenti difficili e le sirene della finanza ci tirano da tutte le parti, tranne che da quella giusta.

Inoltre, non chiudere gli occhi: se uno strumento rende il 10% l’anno quando il titolo di Stato è all’1% e il dividendo medio è il 2%, e ti dicono che c’è zero rischio, qualche domanda fattela!

 

Conclusioni

Per riassumere, le quattro regole auree sono:

  • Investire per il lungo termine, sempre;
  • Restare diversificati;
  • Stare attenti ai costi;
  • Sapere in cosa stai investendo: non siamo struzzi e quindi cerchiamo di non mettere la testa sotto la sabbia.

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